Opere vol. 11: Psicologia e religione (Italian Edition) by Carl Gustav Jung

Opere vol. 11: Psicologia e religione (Italian Edition) by Carl Gustav Jung

autore:Carl Gustav Jung [Jung, Carl Gustav]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2015-12-30T05:00:00+00:00


In seguito alla relativa limitazione dell’influenza di Satana, Yahwèh, identificandosi con il suo aspetto luminoso, diviene un Dio buono e un Padre amoroso. Egli non ha certamente perso la sua natura collerica e può ancora infliggere delle punizioni, ma da ora in avanti solo secondo giustizia. Sembra che non si debbano più temere casi sul genere della tragedia di Giobbe. Egli si dimostra clemente e benigno; ha pietà delle creature umane che peccano e verrà definito ormai come l’amore stesso. Per quanto Cristo abbia fiducia in suo padre e sappia addirittura di essere con Lui parte della stessa unità, non può tuttavia fare a meno d’inserire nel Padrenostro la prudente richiesta (e avvertimento): “Non indurci in tentazione, ma liberaci dal male.” Vale a dire che a Dio viene chiesto non soltanto di non condurci direttamente al male tentandoci, ma addirittura di liberarcene. La possibilità che Yahwèh, nonostante tutte le sue precauzioni e nonostante la sua chiara intenzione di divenire il Summum Вопит, possa nuovamente ricadere nelle sue antiche abitudini, non è perciò tanto lontana da permettere di non prenderla più in considerazione. Cristo giudica infatti opportuno rammentare al Padre nella preghiera le sue inclinazioni perniciose per gli uomini e pregarlo di non abbandonarsi ad esse. Secondo il punto di vista umano è da considerarsi sleale о addirittura estremamente immorale l’indurre dei bambini ad azioni che potrebbero mettere in pericolo la loro incolumità, al solo scopo di mettere alla prova la loro forza di resistenza morale. La differenza tra un bambino e un adulto è inoltre infinitamente minore di quella tra Dio e le sue creature la cui debolezza morale dev’essere a Lui più nota. La sproporzione è addirittura talmente grande che, se questa richiesta non apparisse nel Padrenostro, si dovrebbe addirittura considerarla una bestemmia perché in realtà non è lecito supporre colui che personifica il Dio dell’Amore, e il Summum Вопит, capace di una tale inconseguenza.

La sesta invocazione del Padrenostro ci costringe a esaminare più profondamente la realtà dei fatti, poiché di fronte a questa costatazione la sconfinata sicurezza di Cristo nei riguardi del carattere di suo Padre diviene un po’ discutibile. È purtroppo esperienza generale che le affermazioni particolarmente positive e categoriche si presentano specialmente dove è avvertibile nello sfondo un leggero dubbio che si vorrebbe eliminare. Si deve ammettere che sarebbe in definitiva contrario a ogni ragionevole aspettativa il supporre che un Dio che fin dai tempi più remoti, nonostante tutta la sua generosità, cadeva in preda ad accessi di collera devastatrice, sia divenuto ora, tutto d’un tratto, la quintessenza di ogni bontà. L’inconfessato, ma purtuttavia chiaro dubbio di Cristo a questo proposito viene confermato ancora nel Nuovo Testamento, più precisamente nell’Apocalisse di Giovanni. Qui infatti Yahwèh si abbandona ancora una volta a un’inaudita furia distruttrice contro l’umanità della quale, a quanto sembra, non sopravvivranno che 144@000 esemplari.613

Ci si trova in realtà in grande imbarazzo quando ci si chiede come sia possibile armonizzare una reazione del genere con il comportamento di un padre amoroso, dal quale ci si aspetterebbe che, alla fine, trasfiguri la sua creazione con pazienza e amore.



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